VELO IN VETRINA: è polemica in Francia su look islamico

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In principio fu Dolce & Gabbana con la sua collezione Abaya e Hijab. Adesso sono i grandi marchi popolari, i magazzini della moda, quelli che da Londra a Parigi affacciano i loro manichini sulle strade, a proporre il nuovo look islamico. Nella capitale francese ancora sconvolta dagli attentati, però, veli islamici e “burkini” (fantasioso punto d’incontro fra bikini e burka) fanno rabbia a molti.
Fra questi – intervistato da Le Parisien – c’è un boss della moda come Pierre Bergé, uomod’affari e per anni socio e compagno nella vita di Yves Saint-Laurent: “Sono affranto – dice – mi sembra una totale mancanza di morale e di coscienza politica. I creatori non hanno assolutamente niente a che vedere su questo mercato che è la negazione della moda! Trovo vergognoso il comportamento di questi marchi. Dovrebbero esaltare la libertà e non servirsi di donne che sono asservite”.

La tendenza al look islamico, però, sembra ormai esplosa e inarrestabile: nel 2019, il mercato della moda musulmana dovrebbe rappresentare nel mondo un bottino di 500 miliardi di dollari, il doppio rispetto al 2013. Dopo multinazionali come H&M (siate “chic” dice la pubblicità con l’immagine di una ragazza musulmana con capelli e collo coperti dal velo) è arrivata la giapponese Uniqlo con i suoi veli (hijab) nelle vetrine londinesi, seguita a ruota da Marks & Spencer. Con 62,95 euro, per l’estate prossima, ci si può assicurare un bel “burkini”, tinta unita o a fiori.

Se qualcuno si ribella, la maggior parte ha fiutato il grande affare, sugli Champs-Elysees la sfilata di ricchissime arabe che scendono da limousine con autista ed entrano carte di credito in bella vista nelle boutique più prestigiose è panorama quotidiano. “E’ ora di finirla con quest’opposizione fra fede e moda, che rende il velo un tabù – dice Ece Ege, creatrice franco-turca che ha creato la maison Dice Kayek – pensare che tutte le donne velate siano asservite significa disconoscere un modello di vita, una religione una cultura. Ignorare queste donne,significa isolarle”.

da ANSA.it

Ecco appunto…ricchissime arabe: l’olio di pietra detta anche la moda,che per altro,è solo moda, cioè l’ennesimo ornamento per una bella donna mentre per la cozza è la salvezza  🙂
Non capisco davvero queste polemiche  che servono  solo, a mio parere, ad incrementare il business di vendita già abbastanza ben avviato, mi pare 😈

17 pensieri su “VELO IN VETRINA: è polemica in Francia su look islamico”

  1. A parte il fatto che il capitalismo, di cui siamo tutti fautori convinti, ha sempre avuto a motto pecunia non olet, perchè scandalizzarsi di ciò? La corruzione dei costumi, anche grazie alla moda, dovrebbe giocare in favore dell’occidentalizzazione. E quindi dello smussamento delle differenze irriducibili. Dunque ben venga l’iniziativa degli eroici ed intraprendenti stilisti: possono fare di più loro, dei tanti droni e bombardieri dell’alleanza anti isis…Anzi, propongo di formare una brigata di stilisti da paracadutare nel nordovest pakistano, per combattere i talebani del luogo…..
    Un sorrisone ed un bacio

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    1. massì, ne ho viste di peggio…ricordo una ventina d’anni da , sai come è a 18 anni le mode ti intrigano…in piena estate le dame giravano con i minishorts e gli stivali di pelle!!!sai che allegria quei piedi… 🙂

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  2. Io odio la moda, gli stilisti e tutto questo ambaradan di merda che sfrutta, senza pietà, animali ed uomini…ma questo fatto della moda musulmana mi lascia assolutamente senza parole…invece di aiutare quelle donne a liberarsi dai retaggi medioevali di quella religione se ne fa invece una moda…pazzesco…

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      1. In effetti, purtroppo, hai perfettamente ragione…in che schifo di mondo viviamo…un bacione immenso.

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