Simonetta Cattaneo Vespucci, la Bella del rinascimento italiano, Venere del Botticelli e grande amore di Giuliano de’ Medici

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Chi da La Spezia si dirige verso lo splendido borgo antico di Portovenere arrivato in localitàFezzano potrà notare sulla sinistra, al termine di un distesa di prati una grossa casa, rosa intenso, di impianto quadrangolare, fine ottocento.
La costruzione è nata su molte altre preesistenti, si parla addirittura di una villa di epoca romana; nel 1400, in quell’incantevole sito a picco sul mare sorgeva una villa dei Cattaneo di Genova.
Lì nacque Simonetta, il 28 gennaio (?)del 1453 e forse fu un segno premonitore che tanto vicino a Fezzano splendesse quel Portus Veneris dedicato dai romani alla dea della bellezza.
E bellissima fu Simonetta fin da bambina, bionda, esile, con straordinari occhi grigi.
Nata dai nobili genovesi Gaspare Cattaneo della Volta e Cattochia Spinola de Candia , nell’aprile del 1469 andò incontro al giovane sposo Marco Vespucci, un cugino lontano di Amerigo Vespucci, rampollo di potenti banchieri fiorentini intimi dei Medici, nella chiesa gentilizia di San Torpete, assistita dal Doge e da tutta l’aristocrazia genovese.
L’arrivo della giovane coppia a Firenze coincise con l’ascesa al potere di Lorenzo il Magnifico a Capo della repubblica. Ora se Lorenzo incarnava il politico di successo, l’altro Medici, il fratello Giuliano,bello, colto, idealista, esprimeva la gioia di vivere rinascimentale.

Simonetta e Marco a Firenze condussero una vita riservata, finché lei non incontrò Giuliano che, probabilmente, ne aveva visto il ritratto nella bottega del Botticelli. L’esile figura, i biondi capelli (una rarità italiana a quell’epoca ) e i profondi occhi grigi le erano valsi il titolo di “La bella di Firenze”. Giuliano  perse la testa per lei e i due divennero la coppia più ammirata del momento.
La straordinaria bellezza e la grazia della giovane donna conquistarono i fiorentini, mentre
Botticelli la rendeva immortale riproducendone le fattezze ne “la Nascita di Venere”, ” La Primavera” e numerosi altri dipinti.
Considerata a ragione la più bella donna del tempo fu musa ispiratrice anche per altri artisti, tra i quali Piero di Cosimo, che ne dipinse il ritratto quando lei era già morta, vestita come Cleopatra con un aspide al collo,il Verrocchio, il Ghirlandaio, Filippo Lippi. La cantarono poeti come il Poliziano (che ne fece la protagonista de” Le stanze della Giostra!), il Pulci e lo stesso Lorenzo il Magnifico.

L’esistenza di Simonetta fu davvero breve: morì di tisi, il 26 aprile 1476, all’età di ventitréanni. Nessun rimedio potè salvarla, nemmeno Maestro Stefano, il medico personale di Lorenzo de Medici. Fu sepolta nella chiesa d’Ognissanti, nella Cappella Vespucci affrescata dal Ghirlandaio, il 27 Aprile 1476. Nella stessa Chiesa, sul pavimento c’è anche la tomba di Botticelli che aveva chiesto di riposare per sempre ai suoi piedi .L’artista visse nel ricordo della “Bella” di cui probabilmente fu profondamente innamorato, ma il potente nome dei Medici non lasciava spazio ad altri adoratori.
Esattamente due anni dopo anche Giuliano morì, assassinato nella congiura dei Pazzi, che segnò la fine del momento più splendido della Firenze medicea.

La Spezia è una strana città, senza ricordi, dove in pochissimi sanno di due bellissime estraordinarie donne che per qualche tempo l’abitarono segnando il loro tempo: Simonetta Cattanei e Virginia Oldoini,la Contessa di Castiglione, l’amante imperiale, l’inviata alla corte francese di Camillo Benso conte di Cavour. Di lei parlerò prossimamente.

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Portovenere, baluardo della repubblica Genovese, nel 1200 – stampa di Gino Montefinale

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