Salon di Parig,1865: viene esposta la “scandalosa” Olympia del grande Manet e scoppia la rivoluzione dei benpensati

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“Questa Olympia, lo sapete, fece scandalo quando fu esposta al Salon del 1865; uno scandalo tale che fu necessario rimuoverla. Ci furono borghesi che, visitando il Salon, volevano sfondarla con gli ombrelli (da cui si evince chiaramente che il dsiderio era ben altro, n.d.viki) tanto la trovavano indecente. Ora, la rappresentazione del nudo femminile nella pittura occidentale ha una tradizione che risale al XVI secolo, e se ne erano viste ben altre prima dell’Olympia, anche nello stesso Salon dove l’Olympia dava scandalo. Cosa c’era dunque in qual quadro di tanto scandaloso da risultare così insopportabile?”

Michel Foucault

Provo a rispondere alla domanda di Foucault.
Il famosissimo dipinto, olio su tela di dimensioni notevoli (130×190), è in definitiva Un’istantanea della prostituzione di alto bordo, dove una donna da bordello, Olympia appunto,dallo sguardo e dal vago sorriso chiaramente irridenti, incombe sugli spettatori,inquietandoli. Un richiamo esplicito al sesso proibito che tanti bravi padri di famiglia cercavano nelle case di piacere legalizzate a parigi nel 1804.
Che Olympia sia una prostituta lo dimostra in modo inequivocabile la presenza della serva nera, figura frequentemente utilizzata in campo pittorico in riferimento al mestiere più antico del mondo.Il titolo del quadro, del resto, è evocativo: Olympia era l’appellativo con cui solevano chiamarsi le cortigiane del tempo. Trae origine dagli ambienti della curia romana- ma guarda un po’ 👿 Olimpia Maidalchini infatti era l’amante di Giovanni Battista Pamphili, proclamato papa col nome di Innocenzo X nel 1644.
Ma, a mio parere, oltre al fatto di innalzare una cortigiana a livello delle varie Veneri anch’esse nude dipinte fino ad allora, dobbiamo considerare il clima già sessualmente “eccitato” dell’epoca.Negli anni Cinquanta dell’Ottocento, la vicenda di Marie Duplessis, altrimenti nota come “la dame aux camélias”, aveva suscitato scandalo, era sulla bocca di tutti, tanto che Dumas ne fece un romanzo poi rappresentato a teatro, secondo una versione in due atti curata dallo stesso scrittore.
L’opera, per il suo contenuto “indecente”, destò lo sdegno dei benpensanti, e fu oggetto di critiche spietate, in quanto storia dell’amore tra Margherita Gautier – una cortigiana, abituata agli agi, agli abiti sontuosi e ai regali costosi – e Armando Duval, appartenente a una nobile famiglia parigina.

Logica la tragica fine. Verdi poi trasse spunto dal personaggio di Margherita Gautier per la Violetta della sua Traviata, rappresentata per la prima volta alla Fenice di Venezia nel 1853.
Quando Manet espose al Salon l’Olympia il magnifico quadro fu visto come l’ennesima celebrazione di quella Margherita dalla vita tanto scandalosa che pure le aveva conquistato l’immortalità.
E questo era inammissibile,sfuggiva ad ogni logica benpensante dell’epoca.
Insomma, in fondo le parole di Violetta-Olympia:
-Sempre libera degg’io folleggiar di gioia in gioia, vo’ che scorra il viver mio pei sentieri del piacer- erano quelle di una donna “libera”…provate a pensare a quei tempi…logica la tragica fine, doveva pur pagare in qualche modo tanta invereconda libertà.
Ma intanto un grande pittore la rendeva immortale, davvero inaccettabile 😈

16 pensieri su “Salon di Parig,1865: viene esposta la “scandalosa” Olympia del grande Manet e scoppia la rivoluzione dei benpensati”

    1. non credo il buon napo bonaparte è morto nel 1821… vedi il 5 maggio 1821 del manzoni 🙂 magari parli di napoleone III…beh può darsi, l’hanno anche presa a ombrellate la povera olympia…

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