Nel 1700 era di gran moda a Genova la “triaca” o “theriaca”, antichissima medicina creata dal medico Andromaco ai tempi di Nerone.
In principio era conosciuta come antidoto infallibile per i veleni più potenti ed era composta da cinquantasette ingredienti, alcuni dei quali davvero particolari come carne di vipera, di rospo e di animaletti consimili nonché bitume e altre piacevolezze.
Con il passar del tempo se ne precisarono le virtù e divenne così una sorta di panacea universale; di conseguenza aumentarono anche i suoi ingredienti che divennero circa un centinaio.
Le sanzioni per chi tentava di ometterne qualcuno erano pesantissime: non solo veniva distrutta tutta la quantità di costosissima “triaca”, ma si giungeva anche alla perdita del diritto di esercitare la professione di speziale e al carcere.
Per motivi di salute pubblica ma anche finanziari questa medicina divenne monopolio governativo e la sua preparazione un vero e proprio rito al quale poteva assistere chiunque.
Ancora alla fine del XVIII secolo, a Genova, gli ingredienti venivano esposti nel cortiledell’Ospedale di Pammatone affinché tutti potessero vederli.
Questo costituiva una garanzia di genuinità ma soprattutto una valida pubblicità
per la “triaca” genovese rispetto a quella veneziana molto apprezzata all’estero.
Alla preparazione presenziava anche l’Arcivescovo.
Procurarsi gli ingredienti non era facile: già Galeno raccomandava di non raccogliere le vipere vicino al mare perché il loro effetto sarebbe stato diminuito dalla salsedine.
Importanti di tali rettili erano anche la forma del capo, il colore, denti e sesso (dovevano essere utilizzate solo le femmine, ma pensa…)
Oltre a questo miracoloso intruglio a quei tempi esisteva tutta una farmacopea allucinante come mettersi una gallina nera squarciata e calcata sul capo a mo’ di berretto per combattere il mal di testa e la meningite, bere un bicchiere d’acqua o d’orina con tre pidocchi galleggianti per curare l’itterizia, mangiare cipolle cotte al falò di S.Giovanni contro i vermi e la febbre.
Ragazzi…che tempi… 😈 😈 😈
Tutta roba decisamente genuina. Pure a km zero. La domanda è a questo punto come abbia fatto l’umanità a sopravvivere sino ad oggi
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si moriva presto, in effetti, ciao mauro
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Senza andare molto lontano nel tempo, ricordo che, per gli ematomi da pugni agli occhi, si consigliava la bistecca al sangue…
Un bacio d’immenso
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la bistecca perché era ed è tenuta al freddo e pertanto limita l’ematona: oggi van bene anche la classica busta di minestrone o i piselli da freezer…bacioni 😀
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Un minestrone all’occhio nero? Fantastico… A parte gli scherzi: hai ragione
bacioni sempre
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😀 😀 😀 ciaoooo!
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Comunque se dovevano fare fuori un animale vipera o gallina che sia, sempre femmina…guarda il caso…
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esatto giusy…sempre femmina…carissimi saluti
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Meno male che sta Triaca è fuori commercio!! 😂
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ciao seph….rido !!!
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Un articolo davvero interessante, che ho molto apprezzato
Buongiorno viky. Un bacione
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buon pomeriggio silviabella, piacere mio esserti piaciuta
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La storia si tramanda attraverso la documentazione a noi pervenuta, qualsiasi cosa essa sia. Sono visuali alternative alla cronologia pura, ma ci riportano aspetti diversi trasversali della storia pura. Una volta ho letto un libro della storia attraverso le monete nel tempo e ciò indica l’evoluzione di un popolo.
Ecco anche in medicina si può trovare tanti aspetti come l’alchimia e comunque lo studio per curare i mali delle persone, questo è tipico pittoresco anche e pericoloso credo ma doveva avere un riscontro positivo se lo stesso governo ne fece monopolio.Capisco perché l’antica Roma di Nerone bruciò 😀 😀 Comunque ci voleva un bello stomaco per ingerire tali ingredienti. Buongiorno meglio l’omeopatia 😀
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Un certo business esisteva anche allora der 😀 ❤ bella la riflessione della storia attraverso le monete
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Quella prodotta a Venezia era considerata la migliore perchè le spezie provenienti dall’Oriente le conferivano una qualità superiore
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sì certo,può essere abbraccio fal
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falupe volevo commentarti il gargano e la foresta umbra..ma non ce la fo, mi spiace
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triaka dal greco theriaké, che vuol dire “rimedio contro i morsi di animali velenosi (theìron = animale velenoso, serpente). Sembra fosse già conosciuta al tempo di Mitridate IV re del Ponto, il quale – temendo di essere avvelenato- si fece preventivamente preparare dal suo medico cretese un pharmakòn da prendere in piccole dosi “per immunizzarsi da ogni veleno”. Che post interessante, adatto a te wikka 😀
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grazie per il tuo apporto giò, mi piace l’accostamento triaca mitridate, pur nelle sue sicure varianti ❤
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Interessante… non sapevo.
Bella la foto. L’hai fatta tu?
Buona serata.
Quarc
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questa è l’antica farmacia di roccavaldina in sicilia risale al 1628..no la foto non è mia. vuona serata quarc
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