Dal tempo dei Faraoni(4): Paleopatologia, le malattie delle mummie Egizie

ramses II

La mummia di Ramses II il Grande

E’ stato proprio l’ottimo stato di conservazione delle mummie Egizie a stimolare la nascita di una nuova branca della Medicina: la paleopatologia ovvero lo studio delle malattie degli Antichi.
Dai primi accertamenti che si servivano di autopsie distruttive si è arrivati oggi a usare le più moderne tecniche diagnostiche non invasive: raggi x, scintigrafie, tac.
Da tali esami è emerso un chiaro quadro delle patologie che affliggevano gli Egizi: polmonite, tubercolosi, vaiolo, poliomielite nonché una discreta frequenza di malattie parassitarie come la schistosomiasi (detta anche bilharziosi o distomatosi sanguigna).
Un’autopsia praticata sulla mummia di una quattordicenne ha rivelato che le erano state amputate le gambe prima della morte, il che ha fatto pensare a un feroce incontro con un coccodrillo.
Sono stati identificati pochi casi di cancro mentre dal dieci al venti per cento delle mummie adulte mostrano segni di arteriosclerosi. Studi sui denti hanno scoperto pochissime carie, ma in genere la dentatura presenta un grave deterioramento, causa di frequenti ascessi.
L’origine più probabile di questa condizione patologica era il tritume di pietra che andava a finire inavvertitamente nel pane macinando la farina.
Ramesse II, che regnò dal 1279 al 1213 a.C. raggiungendo probabilmente i novanta anni di età, soffriva di arteriosclerosi e artrite, problemi tutt’ora comuni tra gli anziani.

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