Il Cristo morto di Andrea Mantegna: un dipinto straordinario che fa del Cristo un eroe antico scolpito nella pietra

Cristo morto di Andrea Mantegna (1431-1506)

In questo dipinto, che esercita su di me un fascino inquietante fin dalla prima volta che lo vidi- gita scolastica a Brera- quello che colpisce da subito è la figura distesa che pare contrarsi e accorciarsi sotto l’effetto di un arditissimo gioco pittorico: in questo modo ci si trova catapultati direttamente dentro la scena, in piedi davanti alla figura del Cristo, che occupa quasi tutto lo spazio del dipinto,il corpo avvolto nel sudario.
L’uso della prospettiva leggermente rialzata accentua la volumetria del corpo: i particolari anatomici sono messi in rilievo: il torace rigonfio, il capo abbandonato,le piaghe lasciate dai chiodi sui piedi e sulle mani.
In questo modo il Cristo assume una dimensione monumentale simile a quella di un eroe antico scolpito nella pietra.
Per dare ancor più rilievo alla Sua figura Andrea Mantegna ne fa il protagonista assoluto della scena, lasciando appena intravvedere i volti della Madonna, di San Giovanni e più in ombra, quello della Maddalena.
La luce che colpisce il corpo da destra è livida, di morte.
Il Cristo  fu  dipinto da Andrea Mantegna in epoca matura. Alla morte del pittore si trovava ancora nello studio dell’artista che probabilmente lo avrebbe voluto nella  sua cappella funebre.
Di proprietà della famiglia Gonzaga almeno fino al 1627, quando la collezione venne dispersa, il quadro ricomparve nel 1806 acquistato a Roma dal pittore e scrittore Giuseppe Bossi (1777-1815). Nel 1824 venne ceduto all’Accademia di Brera di Milano dove si trova tutt’ora.