IL miglior amante che abbia mai avuto

Esco dalla doccia e mentre mi asciugo ti sento brontolare nella camera accanto.
-Ma guarda che roba, son venuto fino in India per non sentir parlare di feste natalizie e mi ritrovo ai piedi del letto un abete in pieno rigor mortis e relative palle argentate.
Non esiste, non esiste proprio-
-Beh- ribatto io mentre pettino i lunghi capelli bagnati esaminando contemporaneamente ogni centimetro di pelle superabbronzata- come facevamo a sapere che Goa è l’unico posto in India a maggioranza cattolica?-
Poi esco dal bagno nuda per prepararmi a scendere in spiaggia.
Lui è lì, sdraiato sul letto, le mani incrociate dietro la testa.
-Hai due tette e un culo che parlano- mormora
-vieni un po’ qui, gioiabella…-
Il mio lui non è certo un giovincello, ma di sicuro è il miglior amante che abbia mai avuto, solo che non vedo l’ora di scendere in spiaggia per sfoggiare le mie chincaglierie:

-Senti, è già tardi, l’amore l’abbiamo appena fatto, andiamo al mare. Lo dico anche per te, non sei mica più di primo pelo, non vorrei metter troppo sotto pressione le tue arterie, per me figurati, non aspetto altro.Pazienta fino a questa sera-
Lui brofonchia qualche cosa di incomprensibile e sospira, mentre io mi infilo il bikini inesistente di Kenzo, le infradito di Fornarina e naturalmente il mio Rolex Submariner da cui non mi separo mai. Come mi aspettavo, rieccolo:
-La roba che indossi costa tanto quanto un anno di stipendio di quei tipi alla reception. Sei una snob senza speranza, ma come ho fatto a mettermi con una come te; devono essere stati le tette e il culo che mi hanno neutralizzato i neuroni- e ridacchia.
-Non ricominciare con questi discorsi- e mentre dico così faccio scivolare nella mia sacca l’ultimo libro di Coelho sperando che lui non se ne accorga altrimenti a tutti i miei accessori che non sopporta ci aggiunge anche lo scrittore.
Lo odia.
-Allora vieni, ti alzi dal letto? così forse la smetti di tenere il broncio per quell’albero di Natale-
-Lo sai che odio il Natale-
-Lo so, ma ormai che siamo qui non potremmo scordarcelo? forza, cambiati non vorrai mica venire in spiaggia così…-
-Perché?-
-Perché mi rifiuto di scendere al mare con uno vestito in quel modo-
-E’ il mio costume e l’unico che ho-
-Uffaa, ricominci? Ma non hai notato come ci guardavano alla reception quando siamo arrivati? facevano sforzi sovrumani per non ridere; e se questo residence non fosse battuto da rockstar e modelle fatti e strafatti che li hanno abituati a tutto non ci avrebbero ospitati di certo-
-E tu lo chiami essere ospite pagare 2000 dollari per notte? Comunque ti capisco, se non ti vado bene così vattene pure in giro da sola.
Qui è pieno di giovani, che te ne fai di un vecchio come me?-
-Ma che dici- ribatto spaventata, ho paura che possa lasciarmi, al solo pensiero mi sento mancare- a me piaci proprio perché non sei come i miei coetanei.
Davvero non credevo che avessi portato solo quel costume-
-Gioiabella, mi hai visto forse viaggiare con un trolley, zaino, valigia?-
-No, è vero, però pensavo che una volta arrivati a Goa avresti tirato fuori qualche cosa-
-Mi hai preso per un mago?-
-Ma sei Babbo Natale, possibile che nella gerla tu non abbia niente? come fai con quel costume rosso bordato di pelliccia bianca con il caldo che fa qui?- -Non sei una buona osservatrice. La mia gerla è rimasta con le renne e la slitta.
E adesso se vuoi vengo in spiaggia così altrimenti ognuno per sé, in tutti i sensi.Sono stato chiaro?-
Altroché, lo adoro quando è così… macho.

-D’accordo Klaus-
-Brava bambina-
Così alla fine scendiamo sulla spiaggia rosa di Goa.
E Klaus, dopo avermi fatta stendere sul lettino, mentre mi spalma coscienziosamente le chiappe e la schiena con olio solare profumatissimo mormora soddisfatto:
-Finalmente quest’anno niente Lapponia-

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